A cura del Dott. Giorgio Ghiringhelli – ARS Ambiente Srl
Il 14 marzo 2017 il Parlamento europeo ha approvato il “Pacchetto Economia Circolare” (Closing the loop: an EU action plan for the circular economy) che comprende le quattro proposte di modifica delle direttive sui rifiuti a partire dalla direttiva 2008/98/Ce e poi le direttive in materia di rifiuti di imballaggio (1994/62/Ce), discariche (1999/31/Ce), Raee (2012/19/Ue), veicoli fuori uso (2000/53/Ce) e rifiuti di pile e accumulatori (2006/66/Ce). Il pacchetto è ora oggetto dei negoziati a tre con Commissione e Consiglio dei ministri dell’Ambiente Ue, fino alla ratifica della versione definitiva, con la possibilità (il rischio) di nuove modifiche.
L’obiettivo del Pacchetto è creare un adeguato quadro normativo a livello europeo per lo sviluppo dell’economia circolare nel mercato interno e per dare un segnale agli operatori economici e alla società in generale sul percorso futuro, con obiettivi e misure concrete da avviare entro il 2020. Obiettivi specifici e quantitativi da raggiungersi entro il 2030 sono stati identificati per le principali filiere di recupero e smaltimento:
Altre azioni specifiche riguarderanno alcune aree identificate come prioritarie: plastica, rifiuti alimentari, materie prime critiche, costruzione e demolizioni, biomassa e prodotti bio-based.
Infine il Parlamento ha approvato l’inserimento di un nuovo articolo “Quadro per un’economia circolare” per il quale, a Commissione Ue entro il 31 dicembre 2018, dovrà redigere una serie di relazioni, corredate eventualmente da proposte legislative per:
Secondo stime della Commissione europea, una piena implementazione del pacchetto consentirebbe di creare 580 mila posti di lavoro entro il 2030, con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee grazie a un uso più efficiente delle risorse e quindi a una riduzione delle importazioni di materie prime.
L’azione a livello comunitario è necessaria al fine di stimolare gli investimenti e creare un condizioni di concorrenza omogenee all’interno dell’UE, per rimuovere ostacoli derivanti dalle normative europee e da un’insufficiente implementazione normativa a livello nazionale, e quindi rafforzare il mercato interno e assicurare condizioni favorevoli all’innovazione e al coinvolgimento degli stakeholder. Per consentire agli operatori del settore di tutta la filiera di investire è necessario:
I soci di Assorecuperi sono imprese del recupero dei rifiuti per le quali il Pacchetto e le sue future variazioni e applicazioni saranno estremamente rilevanti, soprattutto per quanto riguarda la fase di trattamento, la preparazione per il riutilizzo e l’EoW (End of Waste). In prospettiva gli ambiziosi obiettivi previsti dovrebbero riverberarsi sulle normative nazionali con l’obiettivo di colmare il gap nord-sud e in generale i ritardi accumulati rispetto agli obiettivi già presenti a livello nazionale e locale. Il maggior quantitativo di rifiuti intercettati per raggiungere gli obiettivi potranno portare ad uno sviluppo del settore con incrementi sia di potenzialità di trattamento che di nuove tecnologie, che dovranno andare parallelamente con un’accresciuta sostenibilità dei processi produttivi e di utilizzo dei beni, portando ad una integrazione economica e di mercato più spinta soprattutto per il recupero di materia.