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Rassegna stampa 20/10/2017

     Rifiuti: imprese riciclo, mancano sbocchi per gli scarti

Redazione ANSA ROMA 19 ottobre 201719:43

Assorecuperi e Fise Unire (Associazioni delle imprese del settore del riciclo) evidenziano “gravi difficoltà nel trovare sbocchi per i materiali riciclati, come anche nella gestione, o la valorizzazione energetica ove possibile, degli scarti dalle attività di riciclo”.

“Qualsiasi attività di trattamento dei rifiuti produce più o meno scarti: ad esempio, per carta, plastica, vetro, legno e organico nel 2014 ne sono stati complessivamente quantificati 2,5 milioni tonnellate (dati ultimo rapporto “Italia riciclo 2016″), che necessitano di una collocazione, rappresentata generalmente dal recupero energetico, ove tecnicamente possibile, o dalla discarica”, spiega Andrea Fluttero, presidente di Fise Unire.

“Purtroppo – aggiunge – sta diventando sempre più difficile la gestione degli scarti da processi di riciclo dei rifiuti provenienti da attività produttive e da alcuni flussi della raccolta differenziata degli urbani, in particolare quelli degli imballaggi in plastica post-consumo. Ciò crea una ‘strozzatura’ per le attività di riciclo e, a ritroso nella filiera, al normale funzionamento delle raccolte; questo ostacolo da congiunturale sta diventando strutturale e rischia di inceppare in modo irreversibile il meccanismo virtuoso dell’economia circolare, a livello sia locale che di sistema” conclude Fluttero.

 

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Assorecuperi e FISE UNIRE: ‘La mancanza di sbocchi per gli scarti del riciclo minaccia l’economia circolare’

In una nota “Assorecuperi e FISE UNIRE (Associazioni delle imprese del settore del riciclo) evidenziano gravi criticità per la difficoltà a trovare sbocchi per i materiali riciclati, come anche per la gestione, o la valorizzazione energetica ove possibile, degli scarti dalle attività di riciclo”
19 ottobre, 2017

Assorecuperi e FISE UNIRE (Associazioni delle imprese del settore del riciclo) evidenziano gravi criticità per la difficoltà a trovare sbocchi per i materiali riciclati, come anche per la gestione, o la valorizzazione energetica ove possibile, degli scarti dalle attività di riciclo. “Le aziende lombarde che ritirano e trattano i rifiuti non sanno più dove smaltire il residuale, gli inceneritori e le discariche regionali sono saturi e i prezzi per i conferimenti stanno lievitando.Questo nonostante in Lombardia ci siano ben 13 inceneritori di rifiuti con una notevole capacità di ricezione che potrebbe soddisfare tutto il fabbisogno regionale e permettere lo smaltimento anche di notevoli quantità di rifiuti extraregionali” – afferma il Presidente Tiziano Brembilla di Assorecuperi – “La crisi scaturisce dall’entrata in vigore del Decreto Sblocca Italia, ed in particolare dell’art. 35, con il quale il Governo ha permesso da un lato di aumentare i quantitativi di rifiuti trattati dagli inceneritori, bypassando le varie restrizioni imposte dalle autorizzazioni rilasciate dalla regione, dall’altro ha imposto agli stessi di dare priorità ai rifiuti urbani extraregionali rispetto agli speciali locali. Questo obbligo ha creato l’odierna situazione di crisi: gli inceneritori sono saturati dai rifiuti extraregionali mentre il residuale derivante dall’urbano lombardo e i rifiuti speciali delle aziende locali non possono più essere smaltiti”. “Qualsiasi attività di trattamento dei rifiuti produce più o meno scarti: ad esempio, per carta, plastica, vetro, legno e organico nel 2014 sono stati complessivamente quantificati scarti dalle attività di riciclo per 2,5 milioni tonnellate (dati ultimo rapporto “Italia riciclo 2016”), che necessitano di una collocazione, rappresentata generalmente dal recupero energetico, ove tecnicamente possibile, o dalla discarica” – dice Andrea Fluttero, Presidente di FISE UNIRE –
“Purtroppo sta diventando sempre più difficile la gestione degli scarti da processi di riciclo dei rifiuti provenienti da attività produttive e da alcuni flussi della raccolta differenziata degli urbani, in particolare quelli degli imballaggi in plastica post-consumo. Ciò crea una “strozzatura” per le attività di riciclo e, a ritroso nella filiera, al normale funzionamento delle raccolte; tale ostacolo da congiunturale sta diventando strutturale e rischia di inceppare in modo irreversibile il meccanismo virtuoso dell’economia circolare, a livello sia locale che di sistema”. Davanti ad un mercato di utilizzo delle materie prime da riciclo, che cresce più lentamente rispetto all’offerta, risulta necessario ed urgente intervenire con misure concrete per non inficiare il percorso già avviato di valorizzazione dei rifiuti attraverso il riciclo e, dall’altro, dare la possibilità alle aziende riciclatrici di smaltire a prezzi sostenibili i materiali di scarto da tali processi.

 

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9/10/2017 – 18:36

Economia Case Histories Rifiuti.

Circular economy in crisi senza opportunità per gli scarti del riciclo

Sostenibilità ambientale. La mancanza di sbocchi per gli scarti del riciclo minaccia seriamente l’economia circolare.

Lo sostengono congiuntamente Assorecuperi e FISE UNIRE. Assorecuperi e FISE UNIRE (Associazioni delle imprese del settore del riciclo) evidenziano gravi criticità per la difficoltà a trovare sbocchi per i materiali riciclati, come anche per la gestione, o la valorizzazione energetica ove possibile, degli scarti dalle attività di riciclo.

Così si dichiara Tiziano Brembilla, Presidente di Assorecuperi commentando l’attuale congiuntura negativa dell’economia del riciclo:

“Le aziende lombarde che ritirano e trattano i rifiuti non sanno più dove smaltire il residuale, gli inceneritori e le discariche regionali sono saturi e i prezzi per i conferimenti stanno lievitando. Questo nonostante in Lombardia ci siano ben 13 inceneritori di rifiuti con una notevole capacità di ricezione che potrebbe soddisfare tutto il fabbisogno regionale e permettere lo smaltimento anche di notevoli quantità di rifiuti extraregionali. La crisi scaturisce dall’entrata in vigore del Decreto Sblocca Italia, ed in particolare dell’art. 35, con il quale il Governo ha permesso da un lato di aumentare i quantitativi di rifiuti trattati dagli inceneritori, bypassando le varie restrizioni imposte dalle autorizzazioni rilasciate dalla regione, dall’altro ha imposto agli stessi di dare priorità ai rifiuti urbani extraregionali rispetto agli speciali locali. Questo obbligo ha creato l’odierna situazione di crisi: gli inceneritori sono saturati dai rifiuti extraregionali mentre il residuale derivante dall’urbano lombardo e i rifiuti speciali delle aziende locali non possono più essere smaltiti.”

Sulla stessa linea, Andrea Fluttero, Presidente di FISE UNIRE che afferma:
“Qualsiasi attività di trattamento dei rifiuti produce più o meno scarti: ad esempio, per carta, plastica, vetro, legno e organico nel 2014 sono stati complessivamente quantificati scarti dalle attività di riciclo per 2,5 milioni tonnellate (dati ultimo rapporto “Italia del riciclo 2016”), che necessitano di una collocazione, rappresentata generalmente dal recupero energetico, ove tecnicamente possibile, o dalla discarica. Purtroppo sta diventando sempre più difficile la gestione degli scarti da processi di riciclo dei rifiuti provenienti da attività produttive e da alcuni flussi della raccolta differenziata degli urbani, in particolare quelli degli imballaggi in plastica post-consumo. Ciò crea una “strozzatura” per le attività di riciclo e, a ritroso nella filiera, al normale funzionamento delle raccolte; tale ostacolo da congiunturale sta diventando strutturale e rischia di inceppare in modo irreversibile il meccanismo virtuoso dell’economia circolare, a livello sia locale che di sistema”. Davanti ad un mercato di utilizzo delle materie prime da riciclo, che cresce più lentamente rispetto all’offerta, risulta pertanto necessario e urgente intervenire con misure concrete per non inficiare il percorso già avviato di valorizzazione dei rifiuti attraverso il riciclo e, dall’altro, dare la possibilità alle aziende riciclatrici di smaltire a prezzi sostenibili i materiali di scarto da tali processi.

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